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Caracciolo: "Il mondo non esiste, non c'e' una sua visione condivisa"

Al festival del diritto lezione di geopolitica con Lucio Caracciolo

Pienone al Sant’Ilario per la lezione di geopolitica pomeridiana con Lucio Caracciolo, direttore della rivista di studi strategici “Limes”, che si è brillantemente inserito all’interno del grande tema di questa terza edizione (le “Disuguaglianze”) con una conferenza su “L’utopia geopolitica del mondo eguale”.  Una presenza, quella dello studioso di relazioni internazionali, che ha arricchito la kermesse giuridica poiché Caracciolo offriva una visione delle disuguaglianze a livello di politica internazionale partendo dai grandi mutamenti dell’ordine mondiale che sconquassarono il consesso internazionale 20 anni fa: il tramonto del bipolarismo e della Guerra Fredda ha “illuso coloro che in Occidente pensavano che dopo la caduta del comunismo – la sconfitta “dell’Est” – tutto il mondo sarebbe diventato “Occidente”” eliminando o appiattendo le differenze e le disuguaglianze fra le genti”.  Invece la fase del processo di globalizzazione che il mondo sta vivendo non ha “orizzontalizzato” i rapporti e le relazioni fra Stati e nuovi soggetti internazionali ma ha frammentato uno scenario globale gettandolo nell’incertezza e creando nuove disparità. “Prima era facile, c’era una cortina, e o stavi di qua o di la - semplifica lo studioso - Oggi nuovi attori sono emersi nel palcoscenico internazionale: non solo Stati, ma organizzazioni internazionali, multinazionali, mafie transnazionali, gruppi di pressione più o meno trasparenti, persino individualità che con le loro azioni possono influire sul resto del mondo: c’e’ insomma una diffusione di potenza generalizzata dovuta al declino del monopolio dualista del potere mondiale: oggi ciascun Stato gioca il proprio gioco”.
Queste considerazioni portano lo studioso ha sanzionare provocatoriamente che il “Mondo non esiste, perché non esiste una visione condivisa del mondo.  Il mondo non è mondiale poiché ci sono molti mondi che generano grosse difficoltà di comprensione reciproca. In questo risiede la disuguaglianza nella politica internazionale attuale”.
Sarebbero le incomprensioni politiche e culturali a originare quindi le nuove disuguaglianze internazionali:” Con Bush Junior abbiamo avuto un esempio di come le visioni globali sono cambiate.  Gli Stati Uniti nell’era dei neo-con avevano un disegno preciso, ovvero che i valori e i progetti occidentali fossero gli obiettivi perseguiti dal resto dell’umanità, che il mondo fosse in sostanza un mondo in divenire americano”.  E con le avventure irachene e afghane paghiamo tutt’oggi il prezzo di una concezione occidentale diseguale e parziale rispetto alla totalità degli attori internazionali.  In sostanza: la democrazia, il pluralismo e i diritti umani (per citarne alcuni) non sono i valori supremi e gli schemi che perseguono tutte le entità statali del pianeta. Soluzioni? Accantonare definitivamente le ideologie utopistiche di un mondo globale governabile intorno a principi parziali eretti a universalismi “perché il mondo è vario ed è fondamentale, per creare le condizioni di eguaglianza e di pacifica convivenza, capire le ragioni dell’altro”, conclude saggiamente Lucio Caracciolo.     
 

 
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