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Pagamenti ai fornitori, aziende piacentine le piu' puntuali

Comunicato stampa - Piacenza, con una percentuale del 49,6% di imprese puntuali nei pagamenti ai fornitori, è stata la provincia più virtuosa dell'Emilia Romagna. La posizione peggiore invece spetta a Modena, con il 41%. A dirlo è uno studio condotto da CRIBIS D&B, società specializzata nella business information nata dall'acquisizione da parte di CRIF (gruppo bolognese leader nei sistemi di informazioni creditizie) della filiale italiana di Dun & Bradstreet, tra le prime società al  mondo nella business information.

Piacenza è seguita sul podio da Forlì Cesena (49,3%) e da Rimini (49,2%). L'anno scorso la provincia più puntuale era Parma, poi Piacenza e Reggio Emilia. Nonostante alcuni scivoloni, dunque, la media regionale è comunque superiore a quella italiana: il 44,9% delle aziende è stato puntuale contro il 40,8% della Penisola (nel 2009 le percentuali erano rispettivamente 46,5% e 41,87%), il 40,3% ha tardato di un mese, il 7,3% ha saldato dopo 30/60 giorni, il 3,8% dopo 60/90 giorni, l'1.6% dopo 90/120. La percentuale di pagatori oltre i 120 giorni è stata invece del 2,1%, contro l'1,7% della media italiana.  Rispetto al 2008, però, si registra un drastico peggioramento: ben il 40% delle aziende ha allungato i propri tempi di pagamento, a fronte di un 24,8% che li ha ridotti.

Nella prima parte del 2010 le aziende piacentine si sono dunque distinte per la puntualità nei pagamenti ai propri fornitori. Il 49,6% dei pagamenti è stato puntuale, il 37,7% è arrivato dopo un mese, il 7,3% tra i 30 e i 60 giorni, il 3,8% tra i 60 e i 90 giorni, l'1,2% tra i 90 e i 120 giorni e il 0,5% oltre il limite dei 120.  Rispetto al 2009, nel primo trimestre dell'anno ci sono stati segnali di stabilità, in quanto il 43,2% delle aziende ha mantenuto invariati i tempi di pagamento, mostrando un miglioramento rispetto al 2008 (42,1%).

“Specialmente nei momenti di difficoltà economica aumentano i rischi e le incertezze, per cui diventa fondamentale conoscere meglio le imprese con le quali si sta per fare affari, riducendo il rischio di imbattersi in casi di insolvenza – afferma Marco Preti, amministratore delegato di CRIBIS D&B –. I comportamenti di pagamento sono uno strumento fondamentale per tastare il polso delle aziende. Rispetto alle informazioni pubbliche tradizionali, com il bilancio societario, i comportamenti di pagamento rappresentano infatti una istantanea molto più puntuale, fornendo una rappresentazione dell'azienda non statica, come nel caso del bilancio, ma in costante evoluzione, che consente di fare previsioni a breve e medio ternine. Per questo – conclude Preti - ogni azienda dovrebbe sempre avere sotto controllo i comportamenti di pagamento complesivi dei propri clienti, partner e fornitori, al fine di cogliere i cambiamenti e le problematiche prima che si traducano in bilanci non positivi o, peggio, in procedure in corso. Molte criticitià potrebbero essere gestite per tempo e in modo preventivo”.

Grande il divario tra le imprese piccole e quelle di maggiori dimensioni. Più sono grandi, peggio pagano. Le micro imprese (con un fatturato inferiore a 2 milioni di euro e meno di 10 dipendenti) sono state puntali nel 49,4% dei casi; le piccole (con un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro e meno di 50 dipendenti) nel 42%; le medie (con un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro e meno di 250 dipendenti) nel  32,4%; le grandi (con un fatturato superiore ai 50 milioni di euro e più di 250 dipendenti) solamente nel 15,1% dei casi. Le medio-grandi si comportano però meglio nei pagamenti a lungo termine: solamente lo 0,6.%, infatti, paga oltre i 120gg di ritardo contro il 2,8% delle micro.

A livello settoriale, in tutta la regione il commercio al dettaglio e all'ingrosso e industria e produzione si contraddistinguono per una minore percentuale di pagamento alla scadenza, che resta intorno al 41%. In agricoltura, foreste, caccia e pesca si concentra anche la maggior parte di imprese che paga oltre i 3 mesi di ritardo (2,5%). I settori più puntuali sono stati invece quelli dell'edilizia (53,2%) e dei trasporti (42,2%). Nella fascia dei ritardatari moderati, ovvero le imprese che pagano entro il mese di ritardo, la maggior concentrazione si riscontra nel commercio all'ingrosso e nell'industria e produzione (44,5% in entrambi i casi).
 

 
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