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La festa per Irina a Cortemaggiore

LA BATTAGLIA DI IRINA È VINTA: «CON MAMMA MONICA, PER SEMPRE»

FESTA OGGI A CORTEMAGGIORE. PRESENTE L’ON.POLLEDRI: FIRMÒ UN’INTERROGAZIONE E UNA LETTERA ALL’AMBASCIATORE D’ITALIA PER SBLOCCARE LA PRATICA ADOTTIVA DELLA 18ENNE OLIGOFRENICA BIELORUSSA. “DALLA MADRE UN GESTO GRANDE. SARÀ CONTAGIOSO”

Cinque anni di battaglie tra burocrazia, istanze, carte e formali richieste. Alla fine Irina ha vinto sulla burocrazia. La ragazza, oggi 18enne, che dal 2005 è al centro di lettere, appelli, battaglie diplomatiche,  con il 27 marzo scorso ha riabbracciato per sempre la mamma adottiva Monica Viviani. «Non ci speravo più – sussurrava oggi “Ira”, alla festa organizzata dagli amici del comitato “Voglio Vivere” di Cortemaggiore, al ristorante Antica Corte del paese –, quando mi hanno detto che potevo stare con la mamma è stata una gioia immensa». Non a caso la giovane, giunta in Italia, si è scelta un secondo nome. «Sono andata a colpo sicuro: ora mi chiamo Irina Gioia».

Della vicenda si è interessato anche il deputato leghista Massimo Polledri, oggi ai festeggiamenti. Affiancato dal consulente Marzio Maccarini l’onorevole del Carroccio, componente della commissione Infanzia della Camera,  ha firmato  un’interrogazione parlamentare e scritto una lettera all’ambasciatore italiano, che si è attivato per cercare di “sbloccare” il veto imposto alla pratica dal ministro bielorusso Alexander Radkov.

«Abbiamo trovato tantissimo sostegno – spiega mamma Monica – dagli amici, dal comitato, che fa capo a Help for Children (era presente la referente Angelina Predolini), dalla politica. E, non da ultimi, dai miei genitori e familiari. A tutti oggi va il nostro grazie. Abbiamo raggiunto il nostro sogno di vita. Ora io e la mia principessa potremo stare insieme e, dal prossimo anno, Irina frequenterà una scuola professionale». Oligofrenica dalla nascita, la ragazza è scampata al manicomio a vita, amara sorte che – in Bielorussia – tocca a chi presenta disturbi di questo genere.

«Anche a distanza – dicono dall’associazione – il sostegno alla piccola non è mai mancato. Monica conosce bene le condizioni di vita dei ragazzi bielorussi e faceva il possibile per non far mancare niente a Ira nemmeno nel suo Paese d’origine».

A chi oggi vive quanto da lei passato Monica Viviani dice: «Non mollate. Mai. Continuate a crederci, per dare un futuro a questi ragazzi. L’amore vince sempre».

«E’ un gesto grande – ha commentato Polledri – una cosa veramente bella. Sono sicuro che sarà contagiosa».

A brindare, oggi, c’era anche Raffaele Pancini, medico dentista magiostrino, da vent’anni presta gratuitamente servizio ai ragazzi in arrivo dal paese di Chernobyl. Con la moglie annualmente ospitano per tre mesi un ragazzo della zona del disastro nucleare. Ma il loro rapporto è costante, anche a distanza. «Ci sentiamo al telefono e, per le feste, gli facciamo avere doni, regali e un pensiero dall’Italia, nell’attesa di poterlo riabbracciare».

 
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