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Assemblea di Confagricoltura: "Troppa burocrazia"
  

(Nelle foto in alto, il tavolo dei relatori (da sinistra a destra): Guglielmo Garagnani Presidente Regionale Confagricoltura, Federico Vecchioni Presidente Nazionale, Michele Lodigiani Presidente Provinciale e il pubblico in sala)

LODIGIANI E VECCHIONI: VISIONE COMUNE E PASSIONE SINDACALE (fonte ufficio stampa)

Confagricoltura: partecipata e sentita l’assemblea generale

Confagricoltura Piacenza apre le porte della propria dell’Assemblea generale e si racconta. Sono presenti numerose le autorità locali e il Presidente Nazionale di Confagricoltura Federico Vecchioni. Aprono i lavori gli interventi di saluto degli Assessori Provinciali Francesco Cacciatore, Patrizia Barbieri, e Filippo Pozzi; intervengono anche l’Assessore Regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni ed il Commissario della Camera di Commercio Giuseppe Parenti. Il Presidente provinciale Michele Lodigiani ripercorre le tappe più significative di un anno certamente non facile e intenso “mentre la società inizia a percepire una parziale ripresa dalla crisi, si assiste già alla volontà di un resettaggio degli effetti della crisi stessa, questo non è un atteggiamento possibile – spiega Lodigiani- l’uscita dalla crisi non ci restituirà una situazione tal quale quella pregressa: dovranno essere cercati e disegnati nuovi equilibri”. La relazione del Presidente accenna alle prospettive della nuova PAC che “non vede gli agricoltori d’accordo sulla destinazione di minori risorse all’agricoltura; la nuova PAC dovrà spendere, se non sarà possibile di più, certamente meglio le proprie risorse e non destinarle al mantenimento dell’agroburocrazia”. L’appello al contenimento delle spese viene ribadito anche entrando nel merito delle questioni provinciali e non può mancare un riferimento all’unificazione dei Consorzi di Bonifica di cui, peraltro, viene sottolineata l’utilità. Il passaggio sul tema idrico è d’obbligo e Lodigiani si rivolge direttamente all’Assessore Rabboni presente in sala ed intervenuto in merito nel corso dei saluti d’apertura. “Si consideri - lo esorta Lodigiani – di valutare la diga almeno come una possibilità e s’individuino soluzioni che siano efficaci e razionali” “L’agricoltura - sottolinea Lodigiani- in tutti gli strumenti di programmazione del territorio è vista come un fattore di degrado, quando è, invece, il principale elemento di tutela del paesaggio e della risorsa idrica”. Lodigiani fa riferimento ai numerosi problemi che il comparto ha fronteggiato nel corso dell’anno e conclude “Il futuro di un imprenditore deve essere nelle sue mani, noi saremo al fianco di tutti quelli che orgogliosamente decideranno di andare avanti”. L’affermazione è un passaggio di testimone a Guglielmo Garagnani, Presidente Regionale di Confagricoltura, che ricorda l’impegno profuso, anche a livello regionale, per sburocratizzare e semplificare l’applicazione di alcune norme e cita gli accordi di programma sulla gestione dei rifiuti, il decreto 194 sui controlli sanitari. Federico Vecchioni che interviene a chiusura lavori ed inanella, con tanto di cifre alla mano, gli assiomi di Confagricoltura. La dignità dell’agricoltura va riconosciuta ascrivendo nel bilancio dello Stato non aiuti al settore, ma incentivi, come per gli altri comparti. All’agricoltura serve un miliardo l’anno che si può recuperare tagliando spese inutili. “Io sto dalla parte del mio associato - tuona Vecchioni - avendo il coraggio di dire allo Stato tu stai spendendo troppo. Gli agricoltori sono un milione e 400 mila, le persone che si occupano di agricoltura negli uffici sono un milione e 200 mila: non è una proporzione sostenibile”. Vecchioni fa riferimento al miliardo e 300 milioni di euro non spesi dalle regioni sui piani di sviluppo rurale che rischiano di dover essere restituiti a Bruxelles. “il settore è in crisi, dobbiamo individuare delle corsie preferenziali per far arrivare questi solidi alle aziende.” Un intervento fiume il suo: Confagricoltura difende la redditività delle aziende, la libera impresa, la storia delle famiglie e la passione per il proprio lavoro; la guidano partecipazione, visione comune e passione sindacale.

 
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