Piacenza - Credevano di aver rinegoziato il proprio mutuo, passando da tasso variabile a fisso, invece hanno acquistato prodotti finanziari ad alto rischio. E ora devono pagare alla propria banca 4mila, 6 mila euro di spese non previste. E' la denuncia della Federconsumatori di Piacenza, rappresentata da Angela Cordani e Dario Cavazzuti. Quanti sono i casi segnalati? "Sono una decina, e riguardano tutti Cariparma, anche se crediamo - dicono - che anche altre banche possano essere coinvolte".
Il tutto inizia nel 2008, quando alcuni clienti con mutui a tasso varabile sono stati contattati dal proprio istituto di credito, con la proposta di passare a tasso fisso. "In realtà - spiega Cavazzuti - a loro è stato fatto sottoscrivere un contratto Interest Rate Swap, vincolato all'andamento del tasso Euribor. Se questo sale, la banca si accolla l'onere di pagare, mentre se il tasso scende, tocca al cliente. Ed è quello che è successo: se all'inizio l'Euribor era alle stelle, poi con la crisi dei mutui subprime è crollato".
"Non contestiamo lo strumento di per se' - aggiunge Cordani - ma stiamo parlando di prodotti sofisticati, che possono essere utilizzati solo da esperti. I clienti contattati dalle banche, invece, erano casalinghe, operai, lavoratori immigrati, ai quali quanto meno non sono state date tutte le informazioni necessarie".
Di questo si parlerà durante un incontro pubblico, dedicato proprio a "Lehman Brothers e derivati", giovedì 6 maggio alle 20 e 30 al Salone Nelson Mandela. Ospite della serata Marco Mazzoli, docente dell'università Cattolica di Piacenza. Anche in questo caso i piacentini coinvolti non sono pochi: circa un centinaio, secondo Federconsumatori. Con perdite di non poco conto: da un investimento medio di 50mila euro si arriva a punte di 200mila.
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