CONFAGRICOLTURA: PIOPPO UNA SCOPERTA PER L’AGROENERGIA
Unione Agricoltori: valorizziamo una pianta che caratterizza il nostro territorio
“Una statistica interna all’Unione Agricoltori di Piacenza evidenzia come le sole aziende piacentine abbiano destinato al pioppo circa 1200 ettari. Indubbiamente è una coltura che fa tradizionalmente parte del nostro paesaggio nelle aree golenali e fluviali. - Spiega Luigi Sidoli Direttore dell’Associazione – Recenti ricerche su questa coltura ne declinano i vantaggi e la valorizzano indicandone l’impiego nella filiera agroenergetica. Auspichiamo che questi dati possano tradursi in un vantaggio competitivo per le nostre imprese.” Il recente progetto europeo Euroface, coordinato dall’Università della Tuscia e dal CNR, ha simulato le condizioni ambientali che si prevedono per l’anno 2050: gli studiosi hanno stimato un aumento di circa il 20-25% della capacità produttiva di biomassa e di sequestro del carbonio da parte delle piantagioni forestali a rapido accrescimento come, appunto, il pioppo. Questa coltura presenta sempre un bilancio positivo tra carbonio assorbito dalle piante (circa 5,7 tonnellate per ettaro in un anno) e carbonio emesso nel corso degli interventi colturali di gestione. Per questo sta assumendo una sempre maggiore importanza in tutta Europa, anche in considerazione del suo utilizzo a fini energetici: costituisce, infatti, la principale specie usata nelle piantagioni da bioenergia (la cosiddetta SRF – Short Rotation Forestry) sia per i suoi vantaggi colturali (rapidità di crescita, facilità di propagazione e di miglioramento genetico, facilità di espianto), sia per quanto riguarda le ottime caratteristiche della gestione e del prodotto finito. “La valorizzazione ai fini della filiera agronenergetica del pioppo può certamente costituire un vantaggio per le aziende del nostro territorio, non solo – ricorda Sidoli – il nostro Paese ha 350.000 ettari di terreni demaniali che possono essere virtuosamente destinati a quest’importante coltura, costituendo in parallelo una fonte ulteriore di reddito ed assolvendo una funzione di salvaguardia ambientale, mentre oggi sono invece abbandonati”. Durante il dibattito, nell’ambito della rassegna “Vegetalia AgroEnergie”, alla Fiera di Cremona, è stato ricordato come il protocollo di Kyoto, trattato internazionale per la riduzione della CO2atmosferica, riconosca esplicitamente il ruolo positivo delle foreste e dei prodotti legnosi nel ciclo del carbonio. Le stime dicono, infatti, che gli attuali ecosistemi forestali esistenti contribuiscono a ridurre del 25% le emissioni di gas serra nell’atmosfera. “Il nostro Paese – ha ricordato in quell’occasione Federico Vecchioni Presidente Nazionale di Confagricoltura – deve riprendere a piantare alberi, pertanto è allo studio dell’Associazione degli Imprenditori Agricoli un piano di riforestazione”.
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