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Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
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Forum della Citta' dei Bambini: "siamo tutti investiti del compito educativo"
  

Si è tenuto stamattina il Forum conclusivo Città dei Bambini al padiglione Guidotti dell'Urban Center, di via Scalabrini. Esperti e autorità si sono confrontati sul concetto di "Città educante". Il sindaco Roberto Reggi ha portato il saluto iniziale all'assise.

Come ha sottolineato l'assessore al Futuro Giovanni Castagnetti, l'obiettivo del forum è quello di "mettere in rete tutte le agenzie educative della città e di chiamare alla responsabilità educativa anche soggetti che non hanno questo compito. La responsabilità di dare l'esempio, di richiamare a comportamenti consoni riguarda tutti, non solo la scuola, la famiglia e gli enti preposti direttamente. Occorre realizzare un sistema più vasto, per questo ho chiamato a raccolta anche soggetti apparentemente estranei al discorso educativo, come i commercianti, i gestori di locali pubblici. Il concetto di città educante investe anche loro e tutti noi. Gli stimoli e le sollecitazioni raccolti dal forum coordinato da Daniele Novara, troveranno compimento nel documento finale che presenteremo in occasione del Festival del Diritto".

IL DOCUMENTO del Forum  - Nessuno escluso

La responsabilità  comune nell'educazione delle nuove generazioni.

Questo documento manifesto viene redatto dal coordinatore del forum “Città dei bambini” il pedagogista Daniele Novara, dopo un anno e mezzo di lavoro preparatorio. Alle spalle vi sono tre sessioni di ascolto : genitori - operatori scolastici - animatori del tempo libero,  e due gruppi di consultazione: economia con formazione - cultura con servizi,  che hanno coinvolto in via preliminare tutta la società civile piacentina.

I  contributi emersi sono alla base di questo documento. Un grazie va a  tutti coloro che gratuitamente hanno partecipato ai momenti preparatori, consentendo di leggere le dinamiche educative della nostra comunità  e costruendo l'opportunità per un nuovo patto educativo fra le generazioni.
Alcune parola chiave 

EMERGENZA. L’emergenza educativa non è solo un problema dei genitori o degli insegnanti, ma dell'intera società. I genitori, più che se stessi, riflettono il clima sociale che si è venuto a creare negli ultimi anni, un clima in cui il marketing, la leggerezza, la promiscuità hanno l'ultima parola rispetto alla creatività, all'apprendere, alla fatica del crescere.
catastrofismo. Affrontare il complesso mondo infantile e  adolescenziale attraverso la lente dei casi limite, genera un senso di angoscia e di vuoto. Si finisce col generalizzare i discorsi, rendendoli stereotipati. Lo stesso per le funzioni educative: la gara a cercare colpevoli per le difficoltà che ci sono oggi impedisce di aiutarli, di accogliere e sostenere tutti coloro che sono impegnati, genitori  e professionisti, nelle relazioni di crescita in quanto tali.
educare. Un progetto educativo vuol dire saper correre un rischio, saper decidere, assumersi responsabilità. Si vorrebbe delegare questa fatica sempre a qualcun altro… la delega non funziona più e  le nuove generazioni si trovano in un'eterna adolescenza senza potersi mettere veramente alla prova nell'assunzione di impegni creativi. Quello che oggi rappresenta un'emergenza, un vuoto da riempire, può diventare in futuro una grande risorsa per la nostra comunità.
paura . La paura la fa da padrona nei rapporti genitori / figli. La paura di ferire, paura di condizionare troppo, paura di fare come i genitori precedenti, paura di non essere gradevoli ai figli stessi. Uscire dalla paura e legittimare l'agire educativo rappresenta pertanto l'obiettivo e una conquista prioritaria rispetto a contenuti più specifici.
autorevolezza. Si tratta di recuperare l’adultità come età della autorevolezza. L’età adulta come punto di riferimento per i più giovani, specialmente nella fase di passaggio dell'adolescenza. Autorevolezza che è diverso dall'autoritarismo, che non è il ricordo dei bei tempi andati ma una prospettiva nuova che esclude la violenza e apre la porta a nuove competenze, nella logica di un dialogo che non sia semplicemente la morbidezza della confidenza, ma la capacità di costruire progetti di crescita sostenibile, nella fermezza, nell’ascolto, nella capacità di negoziazione.
memoria. Si tratta di mantenere il senso delle nostre radici, di trasmettere i valori fondanti la democrazia, ma anche di comunicare  il senso diacronico del presente e del futuro. Memoria che non è nostalgia, ma specifica competenza nella considerazione del presente e dei futuri possibili.
squadra. In educazione si vince se si fa squadra, se gli insegnanti collaborano con i genitori, i genitori tra di loro, il mondo produttivo con i centri formativi, e i servizi pubblici fra di loro. Creare contatti permanenti, incontrarsi. Non è tempo perso ma una forma di investimento per migliorare la qualità e fare sempre meglio. Si tratta di un'alleanza educativa necessaria nel tempo della grande invadenza mediatica/ tecnologica.
COMUNITA’. C'è una mission educativa che rappresenta il cuore vitale di una comunità piuttosto che l’ insieme di tanti singoli educatori. Il  sistema Piacenza è educativo? i giornali?  le forze di polizia? i  centri di aggregazione? L'educazione non è una nicchia ma un compito trasversale. Nessuno è escluso. Imparare a stare al mondo riguarda tutti e tutti sono educatori in quanto portatori di una specifica cultura della crescita. 

SI PUO’ FARE!!

Le offerte formative ovunque.
Che ogni luogo vitale, sia a livello produttivo che di aggregazione, presenti una specifica vocazione formativa ossia sappia offrire ai propri membri delle occasioni di crescita nell'apprendimento.
L’agenda condivisa.
Che si crei un'agenda condivisa degli appuntamenti educativi nel contesto della comunità, una condivisione di tutto ciò che  sono le occasioni di educazione, di apprendimento, all'interno dello spazio comune della nostra responsabilità di cittadini.
Investire nell’educazione.
Investire nella crescita delle nuove generazioni, specialmente dei più  piccoli allargando gli spazi gioco in città, favorendo il protagonismo dei ragazzi e delle ragazze, implementando la qualità dei servizi educativi.
La nuova alfabetizzazione.
I nuovi linguaggi appaiono necessari per affrontare le sfide del futuro. Limitarsi a una dimensione tradizionalmente scolastica o rimettersi completamente al fai-da-te appare una strategia perdente. Occorre che la comunità si assuma il compito di implementare nuovi linguaggi nell'ambito dell'economia, della tecnologia, dei media, della intelligenza emotiva, della conoscenza corporea sessuale. Allargare l'offerta delle  alfabetizzazioni vuol dire saper vivere in modo consapevole in un mondo sempre più complesso.
Sostegno alla genitorialità.
Se i  genitori rappresentano un passaggio imprescindibile nella crescita dei più piccoli, occorre che non siano lasciati soli. Ci vogliono spazi per il supporto alle loro funzioni educative, spazi di ascolto, spazi di confronto e aggiornamento. È necessario altresì che gli esperti del settore sappiano dare coerenza ai loro messaggi  e alle loro comunicazioni evitando che i genitori oggi si sentano sballottati da input divergenti se non contrastanti.
 

Aggiornamento.
Sostegno a tutte le funzioni educative in campo sociale e scolastico. La formazione e  l'aggiornamento possono migliorare significativamente le istituzioni garantendo standard più elevati di quelli attuali.
Competenze educative diffuse.
Il compito più importante è quello di creare competenze educative diffuse, uscendo dagli steccati tradizionali della scuola e della famiglia. Nuove figure si relazionano con  le nuove generazioni in maniera autorevole. Baristi, religiosi, allenatori sportivi, informatici,  vigili urbani, forze di polizia e altri ancora appaiono professioni che possono fare sistema, creando  sinergie importanti per realizzare una comunità educante.
Un patto educativo.
Creare un patto educativo fra le forze vitali della nostra società, specialmente fra i settori economici e formativi, ma anche fra le famiglie e i servizi sociali, fra gli amministratori e i soggetti che ricevono servizi creando forme di partecipazione e di collaborazione reciproca sempre più elevate, sempre più attente alla qualità dei processi e dei prodotti.

Ogni anno.
Riconvocare gli stati generali dell’educazione piacentina ogni anno, per affrontare un tema specifico ed emergente  in modo da creare una connessione sistematica fra le forze vitali del nostro tessuto sociale, e darsi dei punti di riferimento per una cultura educativa condivisa.

 
 
Voci correlate:
  • bambini
  • Daniele Novara
  • Giovanni Casagnetti
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