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Scuola, la Regione Emilia Romagna convoca i parlamentari

In Regione sono 50 le sezioni di scuola materna che il prossimo anno scolastico non saranno attivate, nonostante la richiesta delle famiglie, 39 saranno invece le sezioni per cui non ci sarà la copertura delle ore pomeridiane, a causa del taglio di 140 posti di insegnante. Nella scuola primaria oltre 70 le classi che non avranno il tempo pieno, che anche quando sarà attivato non avrà il modello organizzativo degli anni precedenti.
Questi sono solo alcuni dei dati presentati dalle Province dell’Emilia-Romagna, sulla base dei quali si è discusso oggi a Bologna, in un incontro promosso dalla Regione a cui sono stati invitati i parlamentari eletti in Emilia-Romagna.
“Sulla scuola c’è una sordità totale da parte del Governo – ha detto l’assessore regionale alla Scuola, Giovanni Sedioli – Da mesi la Regione Emilia-Romagna ha espresso la sua scelta di contrarietà sui tagli pesantissimi alla sua scuola e ha sollecitato un confronto con il ministro, mai avvenuto. Per questo motivo abbiamo deciso di coinvolgere i parlamentari eletti in Regione, perché comprendano la reale portata sul territorio e si attivino nelle sedi opportune”. I parlamentari che hanno partecipato all'incontro hanno manifestato la propria sensibilità sul tema e la condivisione della modalità di confronto e degli obiettivi proposti.
“I tagli in Emilia-Romagna rappresentano inevitabilmente un danno alla efficacia e alla qualità del servizio scolastico - ha continuato Sedioli - Alcuni sono numericamente rilevabili, altri sono meno appariscenti ma colpiscono profondamente la qualità complessiva della scuola regionale: 1.637 posti di insegnanti in meno e 713 di personale tecnico amministrativo in una regione che aveva già razionalizzato il proprio sistema ai sensi del dpr 233/98, sono un grave problema. I tagli lasciano alunni e famiglie senza la scuola richiesta, soprattutto nel segmento strategico della filiera educativa: la scuola dell’infanzia e la scuola elementare”.
In molte realtà viene segnalato il taglio delle ore di inglese, perché i posti in organico vengono esauriti dalle scuole per garantire l’insegnamento curriculare di base. Alle medie e alle superiori le classi saranno inevitabilmente più numerose, una situazione che non favorisce certamente la didattica e che pone un serio problema di sicurezza e di agibilità delle classi e degli istituti scolastici. La funzionalità dei corsi nei centri per l’istruzione degli adulti viene messa in discussione. Ma la prospettiva è anche peggiore: il provvedimento del Governo del luglio 2008 e il conseguente piano programmatico prevede tagli di organici per il triennio 2009-2011: ciò significa che nel 2010 e nel 2011 ci saranno ulteriori riduzioni di risorse umane nel comparto scuola.
“Notevoli sono quindi i danni alla qualità della scuola, che è un bene prezioso ha aggiunto l’assessore Sedioli - La Regione intende intervenire anche con risorse proprie a difesa della didattica e a sostegno dell’autonomia. A questo scopo intendiamo coinvolgere le scuole, gli enti territoriali, le forze economiche, le organizzazioni sociali, le associazioni culturali, il volontariato ed il privato sociale in un progetto di collaborazione che metta a disposizione del sistema scolastico le risorse presenti nel territorio per la qualificazione della didattica”.
Altro grave problema, il precariato indotto dai tagli. “La linea del Governo, ad ora, è quella di chiedere alle Regioni di intervenire con proprie risorse ad integrazione di quelle previste per l’indennità di disoccupazione - ha spiegato - Si tratta di una linea sbagliata, aggravata dal fatto che vengono ricercati accordi con le singole Regioni, senza la costruzione di un riferimento nazionale. Lavoreremo assieme a tutte le Regioni affinché non si creino discriminazioni tra precari e precari e si creino comunque le condizioni per la salvaguardia della risorsa docente. Questo è ciò di cui c’è bisogno”.
 

 
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