L’osservatorio congiunturale sulla piccola e la media impresa di Confartigianato Federimprese Emilia Romagna ha analizzato l’andamento dell’economia regionale nel primo semestre del 2009 ed ha creato una proiezione dei possibili andamenti del prossimo semestre. Si tratta di dati raccolti attraverso un’indagine telefonica svolta tra il 18 e il 26 giugno 2009 su 900 imprese dell’Emilia Romagna, con meno di 20 dipendenti. Ne emerge quel quadro di sofferenza delle imprese che ci si può aspettare dopo mesi di rallentamento della domande, l’economia è sostanzialmente ferma con segnali di sofferenza trasversali, che coinvolgono la gran parte dei settori, difficoltà che non risparmiano nessuna provincia.
Il quadro generale
L’andamento di produzione e domanda registrato nel primo semestre 2009 prosegue sul trend negativo delle precedenti rilevazioni, con una flessione che sfiora i cinque punti percentuali. Su base annua il calo è del 4,2% mentre le previsioni per il secondo semestre 2009 indicano una certa stabilità dei volumi produttivi (-0,5%), ma per il secondo semestre dell’anno le imprese che si aspettano un andamento negativo si fermano al 21% rispetto al 64% del primo semestre. Il calo dei volumi di lavoro si riflette sui livelli di fatturato che scendono del 4% nel primo semestre, un calo che dovrebbe arrestarsi nella seconda parte dell’anno per arrivare a -0,8%. Nel rallentamento generale vengono coinvolti anche i prezzi dei fornitori che si limitano ad un aumento dello 0,4% ma nella seconda parte dell’anno si dovrebbe arrivare a +1,9%.
Nel primo semestre 2009 la necessità di ridurre i costi aziendali per fronteggiare la crisi della domanda ha determinato una contrazione della forza lavoro del 3,1%, su base annua il calo di occupati si attesta a -2,4%; nei prossimi sei mesi la riduzione degli organici aziendali sembra interessare circa il 16% delle aziende intervistate, contro l’8% che invece intende ampliare il personale impiegato. Si prevede una nuova contrazione del numero di addetti del 2%, ma tre aziende su quattro non dovrebbero modificare la propria struttura occupazionale. Gli investimenti sono fermi al palo con solo il 12,4% delle imprese che nel primo semestre ha realizzato investimenti mentre i volumi investiti si contraggono del 4%. Per i prossimi sei mesi si delinea un quadro ancora caratterizzato da una forte incertezza: l’89% degli imprenditori non effettuerà alcun tipo di investimento, mentre solo il 2% ha già programmato di investire.
A picco le esportazioni che nel primo semestre sono diminuite del -5,7%, per il prossimo semestre, nonostante il saldo degli andamenti risulti positivo (il 19% delle aziende si aspetta un miglioramento contro l’11% che invece si attende un nuovo calo) si stima ancora una flessione dell’export del 2,3%.
Nelle province
I risultati negativi del primo semestre si estendono in tutte le province, presentando forti ribassi sia nei livelli della produzione / domanda, del fatturato e degli ordini. Modena e Rimini appaiono le province maggiormente in difficoltà, nel secondo semestre si prevedono performance migliori per Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Parma e Reggio Emilia, infine Piacenza e Ravenna sono le province che sembrano essere maggiormente attrezzate per ripartire, dopo un primo semestre caratterizzato da forti ridimensionamenti.
Piacenza
Nella prima parte del 2009 nella provincia di Piacenza si registrano pesanti ripercussioni in relazione alla produzione / domanda, al fatturato, agli ordini e all’occupazione (saldi rispettivamente pari a -47,1, -56,0, -37,5 e -6,6). Anche la percentuale di aziende investitrici è rimasta contenuta, attorno al 13,9%. Per il prossimo semestre si prevede invece un netto miglioramento dal momento che prevale tra le imprese un atteggiamento più ottimistico rispetto all’andamento di tutte le variabili prese in considerazione. Gli organici aziendali non subiranno variazioni, il numero di aziende che investiranno addirittura aumenterà (se si dovessero presentare condizioni favorevoli).