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Ultimo aggiornamento:   12/10/2015  l  15.31  
                               
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Coca sulla rotta di "Annibale", sgominata la banda di trafficanti: la base era nel convento LE FOTO E IL VIDEO

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Piacenza al termine di un'indagine durata quasi tre anni, hanno sgominato una vasta organizzazione internazionale di trafficanti di cocaina che utilizzava fra le basi anche un convento a Milano. Nell'operazione, denominata "Annibale" sono stati sequestrati circa trenta kg di stupefacente purissimo per un valore di alcuni milioni di euro e una raffineria di droga e sono state arrestate 33 persone in dieci province.

Tra le persone finite in manette figura anche un gruppo di trafficanti piacentini che trattavano ingenti quantità di cocaina e avevano stretti contatti con affiliati delle cosche calabresi Pelle-Vottari e Coco-Trovato, originarie di San Luca (Reggio Calabria e operanti sul territorio lombardo. I trafficanti piacentini hanno poi trovato l'appoggio di cellule di narcotrafficanti sud americani legate a noti cartelli colombiani. Sfruttando i tir della ditta di autotrasporti piacentina Varani (sono stati infatti arrestati Giovanni e Gianni Varani) le partite di cocaina giungevano a Piacenza dalla Spagna passando attraverso la Francia. Fra gli arrestati è stato sottolineato il ruolo di un sudamericano, cui spettava il compito di organizzare i corrieri provenienti dall'america latina. L'uomo, che lavorava come portinaio di un istituto ecclesiastico del milanese, grazie alla sua professione faceva risultare i corrieri come fedeli giunti in Italia per svolgere pellegrinaggi religiosi.

Fondi Fao per lo sviluppo della pesca, percepiti illegalmente, erano inoltre serviti a realizzare in Ghana da parte dei piacentini una base di stoccaggio della cocaina da introdurre poi in Europa attraverso la copertura di società import/export. 

 Nelle foto gli arresti nella caserma di viale Beverora a Piacenza, il collegamento Rai di questa mattina con il comandante dei Carabinieri di Piacenza Paolo Rota Gelpi che ha raccontato i dettagli dell'operazione "Annibale" e la conferenza stampa di questa mattina.

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IL COMUNICATO DELL'ARMA: sequestrati 30 kg. di cocaina

Il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Piacenza infligge un duro colpo al narcotraffico di cocaina nelle provincia di Piacenza, Milano, Parma, Bergamo, Brescia, Lecco, Lodi, Varese e La Spezia. Le indagini hanno consentito sinora di effettuare 33 arresti, denunciare  nel complessivo altri 80 indagati, segnalare numerosi assuntori e sequestrare circa 30 kg. di sostanza stupefacente di alto grado di purezza e di sostanza da taglio.

I FATTI

Nelle prime ore della mattinata odierna i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Piacenza hanno dato esecuzione a 16 misure di custodie cautelari nei confronti di altrettante persone indagate, a vario titolo, di detenzione e spaccio di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia delle Procure della Repubblica di Bologna e Milano, si sono protratte dal giugno 2007 fino alla fine del 2009.

Si tratta di un gruppo di trafficanti piacentini che, seppur non legati tra loro da vincoli associativi, erano dediti al rifornimento di ingenti partite di cocaina attraverso il contatto mediato e non con elementi appartenenti a dirette articolazioni strutturali di ‘ndrine calabresi operanti storicamente sul territorio lombardo. In particolare l’attività d’indagine del Nucleo Investigativo di Piacenza ha portato a riscontrare che detti trafficanti attraverso la mediazione di esponenti delle cosche PELLE/VOTTARI e COCO/TROVATO, operanti nelle province lombarde di Milano, Bergamo, Lecco, Varese, importavano chili di cocaina sfruttando le collaudate tratte commerciali spagnola, olandese/svizzera, messicana, peruviana/ecuadoregna e dominicana, a fronte dell’incalzante richiesta di stupefacente da parte del mercato emiliano, lombardo e ligure.

La genesi operativa dell’indagine nel corso dei mesi ha modificato più volte le scelte strategiche dei trafficanti piacentini che seppur in prima battuta erano in accordo commerciale con esponenti dei COCO/TROVATO, successivamente ha trovato appoggio in altri  legati alla cosca PELLE/VOTTARI o direttamente in narcotrafficanti latino e sud americani cellule operative in Italia di noti cartelli colombiani. In particolare la prima fase investigativa ha dimostrato che sfruttando la ditta di autotrasporti piacentina le partite di cocaina giungevano a Piacenza nel ventre dei tir dalla Spagna e attraverso la Francia.

E’ verosimile che tale sevizio, che comprendeva il trasporto di intere partite da destinare al mercato lombardo, veniva pagato ai piacentini con la cocaina richiesta. E’ in tale ottica che l’operazione ha preso il nome convenzionale di “ANNIBALE”, proprio perché i TIR seguivano la tratta già percorsa in passato dagli elefanti del condottiero africano. Successivamente, ed in particolare a causa di diversi arresti operati dai Carabinieri di Piacenza anche in altre province ha portato ad un mutamento delle scelte del gruppo piacentino che al fine di approvvigionarsi della sostanza stupefacente necessaria ha rivolto l’attenzione ad altri gruppi criminali operanti, in particolare con l’utilizzo di corrieri, attraverso il trasporto aereo direttamente dal Sud e Centro America. Difatti si è appurato come alcuni degli indagati svolgevano proprio la funzione di collegamento tra i gruppi piacentini e lombardi ed i cartelli colombiani di CALI – MEDELLIN – BARRANQUILLA e PEREIRA interlacciando i contatti per favorire l’ingresso nel territorio italiano di partite di stupefacente.         

Di particolare rilevanza investigativa è risultato l’astuto stratagemma ideato da un cittadino sud americano, personaggio di spicco di un gruppo di suoi connazionali emersi ed arrestati proprio per il traffico di  cocaina. In particolare lo stesso, a cui era demandato il compito di gestire ed organizzare i corrieri provenienti dall’america latina, abusando della sua professione di portinaio presso un noto Istituto ecclesiastico del milanese, gestito da suore, al fine di eludere i controlli e sviare i sospetti faceva risultare che i suddetti corrieri giungevano in Italia per svolgere dei pellegrinaggi religiosi. A comprova delle ipotesi investigative nelle occasioni in cui personale di questo Nucleo ha proceduto all’arresto dei citati corrieri gli stessi erano in possesso di foglietti riportanti l’indirizzo ed i dati dell’Istituto ecclesiale  adducendo che erano giunti in Italia per trascorrere un periodo dedito alla preghiera e alla fratellanza.

L’attività d’indagine ha altresì ampiamente dimostrato che era già in fase esecutiva, un accordo commerciale tra i trafficanti piacentini ed alcuni narcos appartenenti ai cartelli colombiani sopra indicati al fine di destinare ingenti investimenti in termini di mezzi e capitali nella costituzione di una base operativa in Ghana, demandata allo stoccaggio di partite di cocaina da introdurre successivamente in Europa dietro il paravento di società import/export operanti nel settore ittico ed artigianale. Sono stati numerosi i viaggi ed i sopralluoghi dei piacentini nel Paese africano, dove era già stata individuata l’area commerciale da destinare a tale progetto, “sovvenzionata” con la richiesta truffaldina di capitali alla FAO, giustificata dal falso intendimento di voler sviluppare il mercato ittico del paese africano. 

Nel corso dell’attività investigativa si è giunti all’individuazione a al sequestro in una località isolata e montana del Bergamasco, nel comune di Almenno San Bartolomeo, di un’abitazione adibita a laboratorio clandestino per la raffinazione della cocaina e dell’eroina in cui erano stoccati importanti quantitativi di acetone, lidocaina, mannitolo, etc.

VOTTARI Giuseppe e VOTTARI Domenico, rispettivamente padre e figlio, nativi di San Luca, ma da anni trapiantati a Milano, risultano essere “DUE PEZZI DA 90” del narcotraffico calabrese che da anni ha stabilito il suo centro nevralgico nel capoluogo lombardo, ritenuti esponenti di spicco della criminalità organizzata calabrese.

Nel corso dell'attività d'indagine complessivamente sono stati conseguiti i seguenti risultati:


-        tratti in arresto 33  persone e denunciati  nel complessivo altri 80 indagati;

-        sequestrati 30 kg. di stupefacente;

 

 
Voci correlate:
  • arresto
  • carabinieri
  • droga
  • Commenti:


    come usare le armi
    imparate a usare tutte le armi in vostro possesso come il capito....ma mi raccomando...usate qualche volta la sicura!
    peperina
    13/05/2010  21.06

    bravi
    Volevo complimentarmi con i Carabinieri del Nucleo Investigativo ed in particolare con il più "DURO", ciao Massimo, ti aspetto questa sera alla Croce.
    simona
    13/05/2010  15.27

    bravi
    Volevo complimentarmi con i Carabinieri del Nucleo Investigativo ed in particolare con il più "DURO", ciao Massimo, ti aspetto questa sera alla Croce.
    simona
    13/05/2010  15.24

    bravi cc..fuori i nomi...
    attendiamo i nomi dei 5 piacentini arrestati.... li leggeremo domani sui quotidiani piacentini??
    paolo
    12/05/2010  18.33

    autotrasporti in crisi
    e bravo varani con gli autotrasporti in crisi qualcosa bisogna pure inventarsi per tirare a campare peccato per lui che abbia incrociato l'arma che gli ha bucato le gomme!! complimenti all'arma dei carabinieri ancora una volta protagonisti
    cris
    12/05/2010  13.45

    Il territorio condiviso...
    Emerge dall'operazione che,anche,il Vottari Giuseppe e Domenico siano stati concessi alla Giustizia. Un'operazione antidroga da incorniciare.
    Ettore Ferrero
    12/05/2010  13.32

    Il territorio condiviso...
    Solo attendendo un elenco preciso degli arrestati, si può meglio delineare, se tra essi ci sono i capi della ‘ndrangheta, che pianificano detti affari: i Vottari Giuseppe e Domenico.
    Ettore Ferrero
    12/05/2010  10.59

    Il territorio condiviso...
    Il Comandante provinciale dei Carabinieri di Piacenza Paolo Rota Gelpi ha dimostrato come la ‘ndrangheta calabrese lombarda, permetta ad organizzazioni esterne, di entrare nel territorio di loro pertinenza,concludendo affari dal cui ricavato ottenere una percentuale di guadagno.
    Ettore Ferrero
    12/05/2010  10.57


    Tutto questo merita una riflessione, sopratutto per quelle persone che credono che la mafia sia solo al sud.
    Andrea
    12/05/2010  10.02

    Complimenti
    cresce sempre di più l'ammirazione per il Capitano Papaleo Rocco e per l'Arma dei CC!!!!Complimenti
    Rosanna
    12/05/2010  09.31


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