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Musica
Le recensioni di Tony Face: dischi in giro per il mondo

Dischi in giro per il mondo

 

Non sono solo grandi nomi.

 

Il mondo della musica, sempre più globalizzato , sempre più raggiungibile, ci offre ormai quotidianamente piccole gemme magari marginali, destinate a rimanere sconosciute, ma che spesso rilucono più di tanti nomi altisonanti.

 

Partiamo da Parigi, dove opera ANTONY JOSEPH AND THE SPASM BAND, gruppo di origine caraibica che in “Bird Head Son”  sa mischiare funk, dub e poesia nera in modo magistrale e far rivivere in poche canzoni i fantasmi di Miles Davis, Fela Kuti, Gil Scott Heron, in un  calderone BLACK, arricchito da liriche taglienti e intelligenti.

 

Attraversare la Manica e trovare buona musica è scontato. E allora cerchiamo tra i solchi di “Beat songs” dei giovani ANYDAYS dove troviamo freschezza e immediatezza beat e pop e in quelli dei veterani MADNESS (di ritorno in studio dopo dieci anni di silenzio) con il magistrale “The Liberty of Norton Folgate”, dove si addensano influenze tipicamente inglesi in un riuscitissimo concept che omaggia la loro Londra.

 

Meno prevedibile trovare gioielli musicali in Danimarca. Qui fino a poco tempo fa operavano gli incendiari Movement, punk mod band dedita ad un suono crudo ed immediato debitore a Jam e Clash. Il loro leader LUKAS SHERFEY sceglie ora la carriera solista con “Soul vacation” , dove , con una buona dose di personalità rieccheggia il miglior Paul Weller tra soul, pop, beat, rythm and blues e frequenti rimandi all’epoca Style Council.

 

Un salto in USA per un sorso di whiskey che ci serve DAN AUERBACH, leader dei Black Keys, alle prese in “Keep it hid”, con scarni e scheletrici schemi blues, dalle inquietanti pieghe voodoo. Dan suona tutto, gracchia nel microfono su note fuzz della chitarra. Conturbante.  Non come la MENAHAN STREET BAND che da New York ci consegna un gioiello interamente strumentale a base di rythm and blues, soul, Curtis Mayfield, Isaac Hayes e il personalissimo incedere del soul etiopico che nei 60’s rese Addis Abeba una delle scene musicali più vivide del mondo.

 

E in Italia ? Tante cose, ma preme segnalarne due: i toscani VICKERS sanno come appassionare chi ama Oasis, Beatles e affini con un album pulito e diretto, mentre il duo degli UOCHI TOCHI in “Audio libro” pone una seria candidatura alla top ten dei migliori album italiani del 2009, tra rap militante (zona Assalti Frontali), ciniche filastrocche (Offlaga Disco Pax) e hip hop da strada in stile inglese (gli Streets di Mike Skinner)

 

Antonio Tony Face Bacciocchi

 
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